Aldo Moro: molto più di un fantasma.

Lunedì ho avuto la fortuna di partecipare ad un incontro con la figlia di Aldo Moro, Maria Fida Moro, questa donna è venuta nella mia università per farsi intervistare da due ragazzi che lavorano per Fanpage.it. L’intento principale era quello di parlare della morte del padre e di come non si sappia ancora la verità riguardo questa tragedia accaduta ormai quarant’anni fa, o meglio di come stiano ancora cercando di nascondere la verità. Ha citato il sito creato da suo figlio, Luca Moro, ossia “www.salviamoaldomoro.it”, dove si raccolgono firme per applicare la legge n. 206, in favore alle vittime di terrorismo ed ai loro familiari, alla famiglia di Moro. Maria Fida chiede l’applicazione di questa legge e trova sia ingiusto che questa cosa non sia già successa nei suoi confronti e in quelli della sua famiglia. Aggiungendo che la figura di suo padre viene utilizzata quotidianamente per le persone assassinate, sottolineando il fatto che il 9 maggio viene celebrata la giornata dedicata alle vittime del terrorismo, giorno in cui lui è stato ucciso Aldo Moro. Lei ci racconta di come la maggioranza di firme siano di ragazzi e non della gente del settore, di politici.

Il luogo d’incontro era l’aula in cui io e i miei colleghi seguiamo regolarmente il corso di giornalismo, aula non troppo grande, anzi quasi intima. Noi abbiamo potuto osservare i trucchi del mestiere e guardare il modo in cui l’intervistatore le indicasse come muoversi e quali argomenti trattare meglio se magari non si era capito qualcosa di quello che lei aveva precedentemente detto e a volte le ha anche posto delle domande.

In questa intervista, Maria Fida ripete più volte che non c’è nulla da festeggiare riguardo i quarant’anni della morte di suo padre e che lei e suo figlio non hanno intenzione di rimanersene zitti, tanto insulti e minacce sono all’ordine del giorno e questo non li spaventa. Una frase che mi ha davvero colpito è stata: “non potranno farci smettere di parlare, l’unico modo per fermarci è ucciderci, ma io ho un linfoma quindi immaginate quanto me ne importi.”

Si domanda e ci domanda. “Se Aldo Moro non è una vittima del terrorismo, allora di chi è?“, suo padre è stato ucciso dopo 55 giorni di tortura con 12 colpi intorno al cuore, non mortali per poi portarlo alla morte dopo un’ora di agonia. Lui non è un fantasma o un cadavere nel bagagliaio di una macchina; lui è un professore, un politico, una persona.

Suo nipote, Luca Moro, ha passato una vita pensando alla morte del nonno e dicendo alla madre frasi come: “quel giorno avresti dovuto farmi uscire con lui. almeno non avrei dovuto vivere un’esistenza senza la sua compagnia“. Si poteva sentire fortemente l’emozione di Maria Fida quando ci ha raccontato questa cosa.

Quando i giornalisti di Fanpage se ne sono andati Maria Fida ha notato lo sconcerto sui nostri volti dopo aver ascoltato i suoi racconti, ed in un certo senso ha voluto alleggerire la tensione raccontandoci qualche aneddoto riguardo suo padre. Come tutti sanno Aldo Moro è stato un professore universitario, il quale aveva un ottimo rapporto con i suoi allievi, quasi confidenziale Atteggiamento davvero inusuale, soprattutto in un mondo come l’università. Lui conosceva nome, data di nascita e qualsiasi altra sfaccettatura di ogni singolo studente che frequentava il suo corso. Si preoccupava di loro, se notava che non erano andati a lezione si accertava del fatto che stessero bene e che non gli fosse successo qualcosa di brutto, ogni qual volta lui facesse un viaggio comprava una cartolina per ogni suo studente e nel viaggio di ritorno le scriveva per poi consegnarle quando sarebbe rientrato.

Sua figlia ci ha detto anche che lui era dotato di un’ironia quasi speciale, riusciva a vederla in situazioni in cui le altre persone non lo facevano. Per attestare questa cosa ci ha raccontato di una volta in cui stavano su un aereo ed era successo qualcosa al motore,  per ovvie ragioni il panico si era fatto strada nell’animo di tutte le persone che si trovavano su quel veicolo, tranne in quella di lui. Aldo Moro con la tranquillità che non ci si aspetterebbe in un momento del genere disse: “io mi metto a dormire così dal sonno alla morte il passo è più facile.” E lo fece davvero.

Il bene non fa notizia ma c’è“, questa è una frase scritta da Moro in un suo articolo pubblicato sul quotidiano “Il Sole”, Maria Fida ha citato suo padre per farci un discorso sul bene, argomento a cui lei tiene tanto e che il padre ha cercato di professare per tutta la sua vita. Bene che ogni persona dovrebbe offrire al prossimo in quanto se riuscissimo a rendere la vita di una persona meno infelice poi quel bene tornerà a noi. Si tratta di gesti semplicissimi, partendo da un sorriso passando per una frase carina o un semplice interesse per la vita dell’altro. Guardandoci negli occhi uno ad uno ci ha detto: “so che tra di voi c’è chi ha sofferto molto, chi di meno, chi fa finta di non aver mai sofferto, ed io vi dico di andare a cercare questa sofferenza nascosta. Se riuscissimo a cambiare noi stessi allora saremmo in grado di cambiare anche il mondo“.

Lei ha parlato di se stessa e di come la vita non le abbia mai offerto granché: tutta la vicenda del padre, la perdita del suo lavoro da giornalista e di come lei abbia fatto qualsiasi mestiere per mantenere suo figlio che all’epoca aveva solo due anni. Ha alle spalle una vita di minacce e di insulti ma comunque questo non la ferma dal trattare bene le altre persone.

Non voglio che voi vi sentiate tristi in un mondo così infelice e degradato” ha concluso così il suo discorso.

Un ragazzo del mio corso le ha fatto una domanda riguardo i giornalisti e il giornalismo, in quanto anche lei ha fatto parte di questo mondo, la sua risposta è stata che ci sono due categorie di giornalisti che non sopporta: quelli che omettono la verità e quelli che vanno ad intervistare i bambini dopo che gli è successa una tragedia, mostrando così zero empatia e zero morale. “Questo non è sciacallaggio e nemmeno giornalismo, questa è stupidità“.

Dopo due ore passate insieme a lei ed ai suoi racconti, l’abbiamo salutata con un fragoroso applauso al quale lei ha risposto: “Se doveste fare i giornalisti in futuro ricordatevi di tenere il cuore acceso oltre al cervello“.

Davanti a noi abbiamo avuto una donna fortissima, intelligente, con le idee chiare e con la voglia di trasmettere quello in cui crede a noi che la stavamo ascoltando. Non ci si potrebbe aspettare altro dalla figlia di Aldo Moro.

4 pensieri riguardo “Aldo Moro: molto più di un fantasma.”

  1. Articolo molto toccante.
    Dev’essere stato emozionante vedere e ascoltare la figlia di Aldo Moro (e concordo con Maria sull’aneddoto dell’aereo).
    “Non voglio che vi sentiate tristi in un mondo così infelice e degradato”… Che frase meravigliosa!

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