Storia di una nonna lettrice.

Non so quanto tempo abbiate passato con i vostri nonni che essi siano ancora accanto a voi o meno. Io con la mia ho una sorta di rapporto “odi et amo”, per una serie di sfortunati eventi da un anno a questa parte mi ritrovo a condividere un modesto appartamento nella periferia romana con la mia nonna materna.

All’inizio era tutto nuovo e avevo con me pochissime cose, tra cui dei libri scolastici e qualche vestito, diciamo che i miei effetti personali si potevano raccogliere tranquillamente in uno scatolone di piccola misura.

Con il passare dei mesi gli oggetti sono aumentati e c’è stato anche l’arrivo di un cane, altro aneddoto di cui sicuramente vi parlerò, ed insieme a queste cose ho portato con me anche diversi romanzi, dai classici ai moderni, qualsiasi genere. Ho riempito qualsiasi scaffale libero con dei volumi più o meno vecchi, usurati e pieni di ricordi.

La mia fonte principale di libri sono i mercatini dell’usato dove si trovano buoni romanzi a piccoli prezzi, proprio in uno di questi mercatini ho trovato una vecchia edizione di Madame Bovary, edizione del ’62. Esteticamente affascinante con la sua copertina verde e la rilegatura in oro.

Appena sono rientrata a casa ho mostrato il libro a mia nonna che entusiasta mi ha raccontato di averlo letto quando aveva più o meno 18 anni, anch’io lo lessi a quell’età. Con il volume ancora in mano e gli occhiali rosa che le scendevano sul naso mi ha domandato se potessi prestarglielo dato che le sarebbe piaciuto leggerlo di nuovo mi disse che si ricordava davvero poco di quel romanzo.

Ora tutte le mattine la trovo a leggere seduta sulla poltrona con alle sue spalle la finestra che fa entrare la giusta luce che la aiuta a leggere questo libro dal carattere di scrittura minuscolo, vorrei sottolineare il fatto che quest’anno mia nonna compie 89 anni.

L’altra mattina le chiesi se le stesse piacendo il libro, cosa ne pensasse e se il suo ricordo di esso era simile a quello che stava provando in quel momento. Mentre me ne parlava si vedeva il trasporto con cui si era legata alla storia e come le ricordasse la sua gioventù. Ha iniziato a raccontarmi in che modo è nato il suo amore per la letteratura e di come avesse conosciuto il romanzo, che ora sta rileggendo, per la prima volta.

La storia inizia con suo padre, abitualmente prendeva libri in biblioteca, lei mi ha citato scrittori come: Dumas, Tolstoj, Hugo ed altri. Dato che lui lavorava tutta la giornata l’unico momento libero che aveva per leggere era la sera, si metteva sulla sua poltrona e leggeva qualche decina di pagine fino a che il sonno lo coglieva.

Inoltre la mattina prima di uscire per andare a lavoro, riponeva il volume sopra un mobile della casa, luogo in cui i bambini non potevano arrivare. Lo scopo era quello di non rovinare il libro che sarebbe dovuto tornare in biblioteca nelle condizioni migliori ma anche, a detta di mia nonna, perché alcuni erano romanzi spinti. Non mi ha detto esplicitamente detto i titoli, ma mi fa ridere pensare alla sua concezione di romanzo spinto dell’epoca quando nei giorni nostri nelle case girano libri come “Cinquanta sfumature”.

Appena il padre di mia nonna chiudeva la porta di casa, lei si sbrigava a fare quelle poche faccende che le erano assegnate e poi prendeva il libro in questione e si metteva a leggerlo in cucina. Quello non era l’unico momento in cui leggeva, lo faceva anche la notte, sua madre solitamente lasciava accesa la luce del bagno e in quel minuscolo luogo mia nonna si rifugiava per leggere il romanzo di nascosto.

Un amore clandestino tra lei e quei classici.

La storia del bagno è divertente e quando l’ho saputa mi ha lasciata stupita in quanto quando vivevo con i miei genitori condividevo la camera con mio fratello e mentre lui andava a dormire abbastanza presto io invece non avevo quell’abitudine. Desideravo continuare a leggere, per non disturbarlo con la luce in camera decidevo di andare in bagno a leggere, erano perlopiù quei giorni in cui dovevo assolutamente finire un romanzo.

Rivedere gli stessi comportamenti tra me e mia nonna mi ha fatto sorridere, in fondo buon sangue non mente.

 

20 pensieri riguardo “Storia di una nonna lettrice.”

  1. I rapporti con i nonni si capiscono spesso tardi. Io li ho persi tutti, da tempo. Ma sono cresciuto con un ottimo insegnamento, anche se non hanno mai sentito da me le parole che avrebbero voluto.
    Vedo con piacere che sai godertela, tua nonna. Dille che le vuoi bene ogni giorno. Ascoltami…
    Ciao. E grazie del follow. A presto

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  2. Io non ho avuto la fortuna di avere questo genere di rapporto perché ho perso i miei nonni da molto piccola e quello rimasto viveva a più di 1000 km di distanza. È una conoscenza e scoperta continua e anche questo tuo brano testimonia quanto alcune virtù si tramandano di generazione in generazione.

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  3. Ciao, ho notato che stai seguendo il mio blog, perciò ho voluto dare un’occhiata al tuo 🙂 Finora lo trovo molto semplice e pulito e questo articolo mi è piaciuto particolarmente, perché credo che coi nonni si possa instaurare un ottimo rapporto. Non ho mai letto “Madame Bovary”, però l’ho studiato a scuola… Chissà che un giorno non me lo procuri!

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  4. La mia nonna leggeva sempre. Non aveva preferenze: andava bene tutto, dai grandi classici ai romanzi “rosa” – in qualsiasi libro riusciva a trovare qualcosa di interessante, qualche spunto per riflessioni. La sua mente rimaneva lucida fino alla fine. Mi manca tantissimo, anche se sono passati parecchi anni da quando ci ha lasciati. Grazie di questo articolo, molto bello.

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    1. Grazie mille a te per aver lasciato questo commento, mi dispiace molto per la tua mancanza. Da quello che hai scritto tua nonna sembra esser stata una donna davvero brillante, continua a conservare il suo ricordo e questa sua caratteristica con un sorriso.

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